Europa unita del cazzo… buon 2017!

Che dovrei dire… senza parole…

 

 Studenti italiani «schedati» a Londra Il Foreign Office si scusa: «I moduli con le 4 sigle verranno corretti»

Il Foreign Office di Londra porge scuse formali all’Italia dopo la protesta dell’ambasciatore Terracciano che aveva sollevato il caso degli studenti italiani classificati con 4 diverse etnie per l’ammissione negli istituti inglesi

di Raffaella Cagnazzo

Uno dei moduli richiesti ai genitori al momento dell’ammissione nelle scuole britanniche

Uno dei moduli richiesti ai genitori al momento dell’ammissione nelle scuole britanniche shadow

Londra: «I moduli saranno corretti»

È stato proprio l’ambasciatore d’Italia a Londra ad aver riferito delle scuse del Foreign Office. Pasquale Terracciano ha raccontato di aver ricevuto una telefonata che preannuncia un messaggio formale di scuse scritte dopo la protesta di martedì. La rappresentanza italiana in Gran Bretagna, infatti, aveva sollevato il caso di fronte alla richiesta di ammissione di diverse scuole in Inghilterra e Galles che online chiedevano ai genitori «di specificare l’etnia e la prima lingua» del figlio (una pratica amministrativa in uso dal 2006). Dove gli italiani, per codice linguistico, trovavano quattro sigle: «Ita» ovvero italiano, «Itaa» a significare altri italiani, quindi «Itan» intendendo Italian Neapoletan e «Itas» ovvero Italian Sicilian. Differenziazioni che avevano suscitato lo sgomento da parte dell’ambasciatore a Londra e quindi aperto il caso. Ora le scuse di Londra che fa sapere che i moduli ‘incriminati’ verranno corretti. «Anche se tale errore non ha avuto alcun impatto sull’istruzione ricevuta dagli alunni italiani nel regno Unito, il governo britannico esprime il proprio rammarico per l’accaduto e per le offese da questo eventualmente arrecate. Il ministero dell’Istruzione britannico ha modificato i codici in questione e da oggi tutti gli allievi di madrelingua italiana saranno classificati sotto un unico codice» si legge nella dichiarazione del governo britannico.

 «Episodio minore ma preoccupante»

«Sono soddisfatto. È un episodio minore, ma preoccupante perché l’ignoranza può essere il brodo di cultura dell’intolleranza» ha fatto sapere l’ambasciatore Pasquale Terracciano dopo aver ricevuto le scuse dal ministero britannico . «Oggi in Europa dobbiamo fare uno sforzo per ricercare i punti che uniscono e ci accomunano» ha detto parlando con RaiNews24 Terracciano. L’ambasciatore italiano ha spiegato inoltre che il ministero degli esteri britannico condivide le perplessità italiane: «Vogliamo capire come sia potuto succedere, ma intanto s’impegnano a chiedere di modificare quei moduli».

© RIPRODUZIONE RISERVATA fonte:http://www.corriere.it/esteri/16_ottobre_12/studenti-italiani-schedati-londra-foreign-office-si-scusa-moduli-le-4-sigle-verranno-corretti-9110d1b2-9070-11e6-824f-a5f77719a1a0.shtml

Le mie riflessioni frivole su facebuuk… quando c’ero!

IO: Il comunismo ha toppato perché realmente non ha mai abolito il concetto di proprietà privata che dovrebbe, per essere realmente efficace, essere esteso anche alla proprietà privata non solo dei beni di produzione. La rivendicazione è la base della lotta (prima di classe ora per la proprietà). La lotta è sintomo di inciviltà. La civiltà è una continua tensione verso l’altrui (che non è proprietà).

UNO: Risposta: Siamo, allora.. molto lontani dalla civiltà… Finchè il denaro e il possesso rappresentano le chimere del nostro tempo i concetti di “mio” e “tuo” prevaricano sul concetto di “nostro”. Ma altrui, nel mio vocabolario, significa “dell’altro”. Se vogliamo uscire dalla forma mentis che indica comunque una proprietà, forse è meglio parlare di “alterità” come atteggiamento di curiosità, attenzione e rispetto verso l’altro comunque diverso da me. Ecco perchè il comunismo come il capitalismo hanno toppato. Al centro del primo c’è ciò che la comunità dovrebbe avere, al centro del secondo c’è cio che l’individuo deve avere… Non ciò che la comunità e l’individuo dovrebbero “essere”.

IO: … io sto attento al concetto di “alterità” inteso come riconoscimento della “differenza” perché sul concetto di differenza si applica il concetto di “rivendicazione”. La rivendicazione è l’inizio del riconoscimento dell’alterità dunque la lotta, in esso insita, è manifestazione di una alterità come “appartenenza”. L’appartenenza include il concetto di proprietà (che sia o collettiva o privata poco conta dato che l’una confluisce inevitabilmente nell’altra), la proprietà significa libertà di possedere (in maniera diversa l’uno dall’altro che inevitabilmente rivendica), dunque l’alterità intesa come “riconoscibile” significa far parte “di”, fare parte “di” significa escludere, dunque siamo alla rivendicazione dell’appartenenza “a”. Come allora non considerare sin dalla storia dell’uomo e in qualche modo riconoscere nei comportamenti “estremi” dell’appartenenza come legittimi? (si aprirebbero dunque i capitoli della razza, della forza, del colore, delle origini più o meno divine e così via…).
IN PRATICA PER ESSERE CIVILE NON BISOGNEREBBE notare la differenza perché intesa normalità da non riconoscere perché inglobata nella mia visione dell’altrui…

Le mie profonde riflessioni su facebuuk… quando c’ero!

Le si era incastrata la lingua tra la tavolozza del cesso e la tazza. Non aveva calcolato che prima di mingere bisognava chiudere lo sciacquone e sedersi sul bordo esterno.

Una batteria di colpi di fucile caricata ad arrivederci…

Che bello domani parto vado in vacanza in Versila, provincia di Catanzaro…

Ha preso uno scivolone e ha battuto il gomitolo. La gatta faceva le fusa e la lana si aggrovigliò lungo le maniche

Certe volte mi chiedo, spigolando tra le più di mille amicizie che ho, e osservo i nomi, le belle fisionomie, le strane coincidenze di età, date e interessi e poi mi faccio una domanda “ma chistu … cu minchia è…?”

Il cavallo salpò mentre la nave nitriva. Dalle fumanti narici la scia di fumo tracciò una riga lungo l’orizzonte … il fischio del treno sulle rotaie trasformò l’unico momento di sereno trasporto in un rombante massacrato urlo di terrore…

Perì con un calcio nel perone perorando la causa della peritonite…

Ehhhh… quando la lingua scivola i calli fanno male… per questo non si ha il coraggio di commentare …

I trofei appesi sui muri erano di animali esotici. Una cavallo imbalsamato nell’atto del coito ma senza la cavalla stava irto davanti la porta. La scena era anche riempita da pidocchi. Un pulcinella automa a dimensione reale quando gli toccavi il pon pon del copricapo emetteva un muggito e dal deretano spuntava un uovo di gallina.

La turgidità dei seni era dovuta alla presenza dell’ozono. Gli esperti dicevano che sarebbe scoppiato. Molti si sono muniti di carta igienica. A secchiate venne giù melassa e succo di ceci…

Le titillava il capezzolo, mentre scodinzolava con la lingua dentro al bicchiere pieno di chiodi. Uno pure arrugginito le si conficcò tra la gengiva e lo scroto.

La borchia più complessa della mia vita. Quella della tasca dei pantaloni di dietro. Aveva quindici anni e non un pelo sul pube.

le ore passano, tra stenti si erge lo spettro del sudore…
gli uccelli volano basso quando i culi s’alzano in volo…

YHWH tutto è venuto dalla polvere e nella polvere tutto ritorna.

31Tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo.
2C’è un tempo per nascere e un tempo per morire,

un tempo per piantare e un tempo per sradicare quel che si è piantato.

3Un tempo per uccidere e un tempo per curare,

un tempo per demolire e un tempo per costruire.

4Un tempo per piangere e un tempo per ridere,

un tempo per fare lutto e un tempo per danzare.

5Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,

un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.

6Un tempo per cercare e un tempo per perdere,

un tempo per conservare e un tempo per buttar via.

7Un tempo per strappare e un tempo per cucire,

un tempo per tacere e un tempo per parlare.

8Un tempo per amare e un tempo per odiare,

un tempo per la guerra e un tempo per la pace.

9Che guadagno ha chi si dà da fare con fatica?

10Ho considerato l’occupazione che YHWH ha dato agli uomini perché vi si affatichino. 11Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo; inoltre ha posto nel loro cuore la durata dei tempi, senza però che gli uomini possano trovare la ragione di ciò che YHWH compie dal principio alla fine. 12Ho capito che per essi non c’è nulla di meglio che godere e procurarsi felicità durante la loro vita; 13e che un uomo mangi, beva e goda del suo lavoro, anche questo è dono di YHWH. 14Riconosco che qualsiasi cosa YHWH fa, dura per per lungo tempo; non c’è nulla da aggiungere, nulla da togliere. YHWH agisce così perché lo si tema. 15Quello che accade, già è stato; quello che sarà, già è avvenuto. Solo YHWH può cercare ciò che ormai è scomparso.
16Ma ho anche notato che sotto il sole al posto del diritto c’è l’iniquità e al posto della giustizia c’è l’iniquità. 17Ho pensato dentro di me: “Il giusto e il malvagio YHWH li giudicherà, perché c’è un tempo per ogni cosa e per ogni azione”. 

18Poi, riguardo ai figli dell’uomo, mi sono detto che YHWH vuole metterli alla prova e mostrare che essi di per sé sono bestie. 19Infatti la sorte degli uomini e quella delle bestie è la stessa: come muoiono queste, così muoiono quelli; c’è un solo soffio vitale per tutti. L’uomo non ha alcun vantaggio sulle bestie, perché tutto è vanità. 20Tutti sono diretti verso il medesimo luogo:

tutto è venuto dalla polvere

e nella polvere tutto ritorna.

21Chi sa se il soffio vitale dell’uomo sale in alto, mentre quello della bestia scende in basso, nella terra? 22Mi sono accorto che nulla c’è di meglio per l’uomo che godere delle sue opere, perché questa è la parte che gli spetta; e chi potrà condurlo a vedere ciò che accadrà dopo di lui?

«Gli dèi se ne vanno!» Tacito, Historiae, Libro V

13. S’eran verificati dei prodigi; prodigi che quel popolo, schiavo della superstizione ma avverso alle pratiche religiose, non ha il potere di scongiurare, con sacrifici e preghiere. Si videro in cielo scontri di eserciti e sfolgorio di armi e, per improvviso ardere di nubi, illuminarsi il tempio. S’aprirono di colpo le porte del santuario e fu udita una voce sovrumana annunciare: «Gli dèi se ne vanno!» e intanto s’avvertì un gran movimento, come di esseri che partono. Ma pochi ricavavano motivi di paura; valeva per i più la convinzione profonda di quanto contenuto negli antichi scritti dei sacerdoti, che proprio in quel tempo l’Oriente avrebbe mostrato la sua forza e uomini venuti dalla Giudea si sarebbero impadroniti del mondo. Questa oscura profezia annunciava Vespasiano e Tito, ma il volgo, come sempre sollecitato dalla propria attesa, incapace di fare i conti con la realtà anche nei momenti più difficili, interpretava a suo favore un destino così glorioso. La massa degli assediati, d’ogni età e dei due sessi, maschi e femmine, ascendeva, come ci hanno confermato, a seicentomila. Chiunque poteva imbracciare armi; e ad affrontare i rischi eran pronti più di quanto il numero comportasse. Eguale determinazione vivevano uomini e donne e, nella prospettiva d’esser costretti a mutar sede, la vita li spaventava più della morte. Contro questa città e questa gente, poiché la posizione non consentiva un assalto o improvvisi colpi di mano, Cesare Tito decise di combattere impiegando terrapieni e tettoie. Ripartisce
 compiti fra le legioni e gli scontri furono sospesi, finché non vennero affrontati con tutti i mezzi escogitati dagli antichi e dai moderni, per espugnare la città

Che vi avevo detto? Con l’assunzione diretta si sputtanano i dirigenti scolastici che hanno fatto e sfatto…

Chiamata diretta e discriminazioni: denunciate irregolarità agli USR. Sarà valutata coerenza con PTOF e inciderà su valutazione dirigenti
di Paolo Damanti

Ieri, il Ministro Giannini ha annunciato interventi per quei casi di discriminazione da parte dei dirigenti che hanno posto domande alle docenti candidate su gravidanza e aspettative.
Un caso sollevato dai sindacati CISL e UIL delle Marche due giorni fa e salito alla cronaca per una richiesta di intervento da parte di Civati.
Molte sono state le segnalazioni che in questi giorni hanno intasato la casella di posta elettronica della nostra testata.
Siamo stati i primi, ad esempio, a segnalare il caso dei dirigenti che hanno chiesto ai docenti candidati di inviare un video a figura intera non “mezzobusto”, come autopresentazione.
Un altro caso particolare c’è giunto dalla Puglia, dove un dirigente ha inserio quale requisito che il docente avesse svolto un insegnamento “fertile”, nel suo istituto e a suo “insindacabile giudizio”.
Moltissimee, inoltre, le segnalazioni di avvisi in cui, tra i requisiti veniva chiesto l’insegnamento presso l’istituto.
Tra le ultime segnalazioni, quella di una scuola che chiedeva la laurea in Fisica per potenziare le competenze logico-matematiche.
Una vera e propria Babele in cui i dirigenti si sono letteralmente sbizzarriti nel creare avvisi con criteri creativi.
La libertà d’azione contenuta nelle linee guida è stata interpretata come totale libertà di poter gestire la chiamata diretta come meglio si credesse, ignorando quello che era un binario che, comunque, poneva dei paletti.
Un modus operandi che non ha sorpreso più di tanto docenti e sindacati che avevano già messo in guardia su quanto potesse accadere prima del varo della riforma.
La Giannini, ieri all’Ansa, ha, però, assicurato che ci saranno interventi mirati, che il Ministero si sta attrezzando per censurare le “storture”.
Noi di OrizzonteScuola abbiamo approfondito la questione, chiedendo informazioni allo stesso Ministero su cosa stesse bollendo in pentola.
Ci è stato risposto che sono in via di elaborazione delle linee guida sulla valutazione dei dirigenti in cui fra i criteri ci sarà anche la coerenza fra bandi emanati per la chiamata diretta e Ptof.
Uno degli elementi che in questi giorni ha riempito la nostra casella di posta elettronica e che rappresenta un punto fortemente critico della breve vita della chiamata diretta.
Il controllo della coerenza tra criteri e PTOF, a quanto pare, sarà affidato ai nuclei di valutazione che saranno attivati per la valutazione del dirigente scolastico.
Difetti in questa direzione porteranno ad una valutazione negativa del dirigente scolastico ai fini dei premi stipendiali.
Diversa, invece, la questione degli abusi, come quello denunciato da UIL e CISL.
In questo caso, appurato l’abuo di cui si è rimasti vittima, il richiamo al dirigente sarà inserito nel suo fascicolo personale.
Il tramite, sia nel caso della coerenza che in quello degli abusi, sarà l’USR.
Continuate ad inviare alla nostra redazione segnalazioni di avvisi con richiesta anomale e abusi subiti durante i colloqui: redazione@orizzontescuola.it
Ma soprattutto inviate le segnalazioni agli USR di pertinenza, o chiedete al vostro sindacato di fare da tramite.

 

http://www.orizzontescuola.it/news/chiamata-diretta-e-discriminazioni-denunciate-irregolarit-agli-usr-sar-valutata-coerenza-ptof-e

Siamo alla frutta…

Sindrome dissociativa autolesionista

Ogni anno ricevo la visita di ex compagno di scuola. È sempre un piacere re incontrarsi. Si fa il punto della situazione, la scuola oggi, il lavoro, i posti dove si vive. Si ripesca nella vita presente e passata. Si paragona questa a quell’epoca più o meno lontana. Poi pian piano il discorso si sposta. Comincia a diventare ironico, sfottesco, sarcastico.
A quel punto mi comincio a preoccupare. Della scuola diciamolo chiaramente non ho grandi ricordi belli o positivi. Ricordo professori cialtroni o politici o mafiosamente legati a famiglie da rispettare a tutti i costi. Mi ricordo una professoressa d’inglese che puntualmente mi rimandava e che puntualmente non rimandava chi, come o forse peggio di me, non sapeva nulla di lingua straniera. “tanto questa estate  ti aggiusto io…” diceva alla mia compagna che le assicurava un guadagno extra in un viaggio in Inghilterra, organizzato ufficialmente per lo studio della lingua. Sarebbe a dire chi aveva denaro non era rimandato. Ma anche chi aveva merce di scambio. Chessò olio, agrumi, carne, salumi, cassate ecc. Io ero figlio di sbirro… poca merce di scambio. Tra l’altro in una città mafiosa come Bagheria, dire figlio di sbirro era dire figlio di nessuno. E siamo sempre la, non appartenere significava (e significa) carne da cannone. Poi senza alcuna merce di scambio… Insomma per farla breve il mio ex comincia a rimuginare. Mi ricorda i miei sogni (svaniti) di voler fare cinema, di fidanzarmi con la bionda figlia del costruttore, dei colloqui scolastici di mia madre con i professori (peste e corna ovviamente) e subito dopo le soddisfazioni di suo padre che si lasciava dopo di me il colloquio per sentirsi dire: “Ahhhh suo figliooooo… che bravo, che intelligente”.
Una volta mi disse commentando la mia laurea in architettura con 110/110 e la lode che in fondo “avevo dimostrato che ero solo lagnuso…(svogliato)” cioè non ero cretino… Insomma pian piano, mi rendo conto che i suoi pensieri non sono per nulla aggiornati. Il suo ricordo delle nostre vite è bloccato a quei 16-17- vent’anni quando le mamme furbe osannavano i loro figli alle minime minchiate (la sua) e le mamme modeste (la mia) sminuivano o redarguivano (forse giustamente) i propri figli educati alla moderatezza, al timor di dio e all’educazione. Il mio ex non ricorda ad esempio che il professore di lettere leggeva in classe i miei temi premiati con un bel 9. E che era convinto assertore delle mie qualità di scrittore/giornalista. Di fatto il mio amico ex mi trascina, ogni volta che ci incontriamo con le sue patetiche rimembranze di adolescente figlio di papà,  di nuovo a quelle frustrazioni che mi buttavano nello sconforto, mi dissociavano col resto del mondo e mi trascinavano nel disprezzo, nell’autolesionismo e nella sfiducia per tutti e per tutto, e solo perché la sua “proprietà” terriera lo faceva amico degli amici, cioè un bel buon partito.
Se è vero che i comportamenti umani sono legati alla crescita dell’individuo, dunque ai rapporti e ai comportamenti delle persone attorno, a partire dalla famiglia, il padre e la madre, allora possiamo dire che il mio ex compagno di scuola è stato uno dei fattori predominanti dei miei insuccessi, delle mie incapacità e dei miei comportamenti. E allora quando sento “libero arbitrio” sorrido. Se tutti noi veniamo influenzati da ciò che ci sta attorno quali sono davvero i meccanismi del libero arbitrio? Quanto realmente noi facciamo per rendere positivo il “fare” degli altri. In verità non conviene molto esaltare o indirizzare gli altri, soprattutto se gli altri hanno valori o qualità irraggiungibili con la “proprietà”, che fanno parte della crescita umana interiore, culturale, legata alla storia dell’uomo pensante.
Quanto in questo mondo valgono le “proprietà” e fino a quando? Insomma meglio non incontrarsi più con gli EX. Lasciamoli vivere in quelle isole di sopravvivenza della loro misera esistenza di convinta supremazia.
Buon anno nuovo caro amico EX.

Non scambiate la cattiveria con l’invidia! Errore madornale.

coppolaIl panettiere difronte ha una serie di furgoncini per la distribuzione del pane. Li guidano i parenti stretti del titolare. Spesso sono parcheggiati davanti la saracinesca sulla quale è scritto “non parcheggiare Panificio” senza esibire alcuna autorizzazione comunale. Ma va bene, dico lasciamo lavorare, coi tempi che corrono, non sarò certo io a rompere i coglioni a sti poveri lavoratori del pane. E poi l’ultimo arrivato che si lamenta dopo anni di “mi faccio i cazzi miei come mi pare…”, non è molto salutare! Di fatto se non mi scansavo per tempo, il pischello con la faccia da mafioso quasi mi troncava un braccio se pronto io non mi sbilanciavo per non essere preso dalla corsa del suo furgone parcheggiato di sbieco al piccolo marciapiede. La mia protesta fu istintiva… ma lui replicò “NNamu a fare u Natale?” minacciando ovviamente una sua azione. Io feci presente che per un pelo… Lui replicò imperterrito con piglio da mafioso… insomma per farla breve mi disse che io dovevo stare sul marciapiede e io ribabii che si era catapultato su di me… la sua frase ” sul pedone che deve stare sul marciapiede” mi fece capire che la sua azione di “volermi prendere col furgone” è stata davvero voluta. Ma per quale motivo. In fondo da quando sto qua il pane l’ho preso da loro… bho? forse invidia? bho… secondo me solo ARROGANTE CATTIVERIA di un popolo che ha il suo DNA davvero difettato. Sono arrabbiati con chi non gli appartiene. Magari sono incazzati perché devono pagare il pizzo, Bagheria non finirà mai di stupirmi! Viva la mafia e viva il natale di Bagheria…